Vogliamo vaccinare i nostri figli? Ecco a che cosa andiamo incontro
PREMESSA: informazioni e numeri in questo post sono stati validati scientificamente; chiunque può verificare che tutte le fonti citate sono ufficiali e ne sono citati i riferimenti. Si tratta dei CDC e di riviste scientifiche autorevoli. Data l’importanza del tema trattato, ogni commento, osservazione o risposta in merito deve essere rigorosa, razionale, logica ed attenersi all’elevato standing dell’informazione fornita.
In Agosto, i CDC USA (https://www.cdc.gov/, importanti organismi di controllo sulla sanità pubblica degli Stati Uniti d'America) hanno pubblicato il monitoraggio di v-safe, che sta seguendo, con sorveglianza attiva, la salute di 129.059 adolescenti dai 12 ai 17 anni nei 7 giorni post vaccinazione antiCovid:
https://www.cdc.gov/mmwr/volumes/70/wr/mm7031e1.htm
La tabella 3 indica le % dei tipi di reazioni avverse/impatto sulla salute a seguito dell’inoculazione del vaccino Pfizer (NB: i numeri Moderna sono peggiori):
https://www.cdc.gov/mmwr/volumes/70/wr/mm7031e1.htm#T3_down
Si tratta dei dati cumulativi delle 2 dosi; gli effetti avversi rilevati sono quelli immediati, poco o nulla si sa finora su quelli a media-lunga scadenza.
Proiettando in Italia le statistiche emerse dalle prove reali negli USA, se vaccinassimo tutti i nostri 3.414.410 adolescenti (fonte: istat) di età tra 12 e 17 anni, nella settimana successiva avremmo:
- 1.935 ragazzi ricoverati in ospedale con problemi di salute seri (~1 ogni 1800)
- 10.244 ragazzi che ricorreranno al pronto soccorso (3 ogni 1000)
- 15.930 ragazzi che ricorreranno a una visita in ambulatorio (~4,7 ogni 1000)
- 42.103 ragazzi che avranno bisogno di cure mediche (~12 ogni 1000) + 10.244 di telemedicina
- 367.871 ragazzi che non saranno in grado di andare a scuola o lavorare (~11 su 100)
- 1.121.112 ragazzi che saranno incapaci di svolgere le normali attività quotidiane per 1 o più giorni (~33 su 100)
Per contro, i ragazzi di età tra 12 e 16 anni, quando si infettano con SARS-CoV-2, sono asintomatici o presentano sintomi lievi. La sindrome infiammatoria multisistemica correlata a COVID-19 ha incidenza modesta (~3 su 10.000 bambini negli USA, dove colpisce soprattutto neri, ispanici e asiatici) e non è chiaro se i vaccini la evitino. L'incidenza del Long-Covid pare in linea con il decorso di altre malattie virali comuni https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/34358472/.
La Covid-19 non rappresenta, quindi, un pericolo per i nostri giovani che, anzi, se si ammalano, restano contagiosi al massimo per una settimana
https://www.thelancet.com/journals/lanmic/article/PIIS2666-5247(20)30172-5/fulltext
e sviluppano un’immunità durevole e vantaggiosa per tutti https://doi.org/10.1101/2021.08.24.21262415
Per un corretto raffronto danni/benefici, secondo i dati dell’ISS, il tasso di ricoveri settimanale di ragazzi fino a 17 anni è di 10-20 casi x milione.
Domande:
- Il nostro governo è al corrente di questi numeri? E i nostri medici di famiglia? Questi numeri sono ritenuti accettabili dalle autorità?
- Come si può sostenere che in età pediatrica, il rapporto benefici/danni sia favorevole alla vaccinazione?
- Il sacrificio dei nostri figli tutelerebbe davvero la salute della collettività Italiana?
- Come può la vaccinazione dei ragazzi essere migliore dell’immunizzazione da infezione naturale? Soprattutto quando si è dimostrato che quest'ultima offre protezione di oltre 10-20 volte più robusta e duratura https://doi.org/10.1101/2021.07.20.21260863 per la variante Delta? https://doi.org/10.1101/2021.08.24.21262415
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